Da sapere

                           Agricoltura Biologica

 

  L'agricoltura biologica è un insieme di tecniche di coltivazione e allevamento che non usa concimi, diserbanti, insetticidi né altre sostanze chimiche di sintesi.


Agricoltura coltivazione biologica



L'obiettivo è produrre alimenti più sani, con un contenuto nutrizionale equilibrato e non modificato da interventi con sostanze non naturali.


L'agricoltura biologica è l'unica forma di agricoltura controllata in base a regolamenti europei e leggi nazionali: nè l'agricoltura tradizionale né la cosiddetta agricoltura integrata dispone di un quadro di regole di questo tipo. Non ci si basa su dichiarazioni dell'azienda, ma su un Sistema di Controllo uniforme in tutta Europa: l'intero ciclo della produzione, della preparazione del terreno per la semina fino alla vendita del prodotto finito, è sottoposto a verifiche di organismi indipendenti specializzati, espressamente riconosciuti dallo Stato, che certificano e garantiscono al consumatore con il loro marchio il pieno rispetto della normativa europea e nazionale.



Agricoltura biologica - Foto dai nostri campi

Le tecniche che utilizziamo mirano al mantenimento della fertilità e a favorire la difesa biologica delle piante:
 
- le rotazioni agrarie e sovesci di leguminose


- lavorazioni del terreno poco aggressive, per non alterarne la struttura


- i fertilizzanti naturali: letame e altre sostanze organiche compostate


- ripristino di siepi, boschetti, stagni per offrire ospitalità agli insetti utili


- difesa delle colture con sostanze vegetali


- scelta di varietà da coltivare in base all'ambiente e alla loro resistenza

 

 

Mangiare bio è meglio anche per chi soffre di Parkinson

di Chiara Greco il 19 settembre 2013 · 0 commenti

In tanti conoscono le virtù degli alimenti biologici. Organico, bio, vegetariano o vegano non sono soltanto tendenze ma anche modi virtuosi di consumare il cibo e di condurre una dieta che rispetta sia il benessere fisico che quello ambientale.

La prima tra le due variabili però rimane la più complessa e viene costantemente monitorata da medici e ricercatori. Le ricerche in campo medico e le scoperte che sostengono che l’alimentazione a base di cibi di origine biologica potrebbe aiutare ad affrontare meglio alcune malattie sono tante.

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In tema sono diversi i ricercatori che sostengono che chi soffre di Parkinson dovrebbe consumare una dieta a base di cibi biologici. Tra le più gravi sindromi di origine neurologica, del Parkinson ancora non si conoscono le cause precise e, di conseguenza, non si è ancora trovata una cura. Un recente studio però, pubblicato sulla rivista Neurology, insieme ad altri, avrebbe dimostrato che l’esposizione a pesticidi sarebbe uno dei più importanti fattori di rischio per l’insorgere del Parkinson. E il legame con la dieta bio? La connessione sarebbe immediata.

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Secondo diversi scienziati, per gli ammalati di Parkinson sarebbe fondamentale adottare una dieta totalmente a base di cibi biologici. Così, se ancora non si è giunti ad una cura adeguata che protegga le persone dai rischi di contrarre il Parkinson, molti medici intanto prescrivono una dieta a base di fibre, proteine, Solenaceae e Flavonoidi: tutti alimenti che abbiano una provenienza certa da colture biologiche, che non siano quindi trattati con pesticidi e diserbanti di sintesi.

Non sarà la soluzione immediata per trovare una cura adatta al Parkinson ma anche se sono solo una via per alleviarne i sintomi, come sostengono Xiang Gao, docente alla Medical School di Harvard,  e altri medici, la scelta dei cibi biologici da somministrare ai malati di Parkinson, insieme a specifici trattamenti farmacologici, sarebbero un buon palliativo.

Agricoltura Biologica

Identikit di chi mangia biologico

Di età compresa tra i 30 e i 39 anni, con laurea, lavoro dipendente, residenza nei grandi centri delle regioni del nord est ed equamente divisi tra donne e uomini. È questo l'identikit del consumatore tipo di alimenti biologici tracciato nell'ultima Indagine COLDIRETTI-ISPO sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione in occasione dell'apertura del Salone internazionale dell'alimentazione, salute e ambiente (SANA) che si svolge a Bologna fino all' 11 settembre.

Sei italiani su dieci (64 per cento) hanno acquistato nel 2004 cibi biologici spendendo una cifra stimabile in 1,6 miliardi di euro, che rappresenta una percentuale dell'1,4 per cento del totale dei consumi alimentari, rimasta stabile in Italia nell'ultimo anno mentre sul mercato mondiale i consumi sono cresciuti del 7-9 per cento per raggiungere i 25 miliardi di dollari secondo dati IFOAM. In Italia la domanda di prodotti biologici è destinata per il 22 per cento a prodotti in scatola, per il 21 per cento a latte e derivati, per il 18 per cento a frutta e verdura, per il 13 per cento a pane, pasta e riso, per il 12  per cento a bevande, per il 9 per cento a carne e uova e per il 5 per cento a prodotti dietetici.

A fronte di una sostanziale stazionarietà dei consumi si assiste - sostiene la Coldiretti - ad una forte riduzione nella produzione nazionale che nel 2004 ha registrato un calo del 17,4 per cento nel numero di imprese che è risultato di 34.836 ed una riduzione del 9,3 per cento nella superficie coltivata che è scesa a 954.361 ettari. Nonostante questo l'Italia nel 2004 ha comunque conquistato il podio nella classifica mondiale della produzione biologica davanti a Stati Uniti e Brasile ed è preceduto soltanto da Australia e Argentina, tutti Paesi che hanno la disponibilità di terreni coltivati enormemente più grande di quella nazionale.

Ma per mantenere il primato nazionale nell'Europa allargata dove l'Italia è leader assoluta con oltre un terzo delle imprese e oltre un quinto della superficie è necessario - afferma la Coldiretti - un intervento normativo che renda riconoscibile il biologico nostrano da quello che arriva dall'estero tenuto conto che nel 2004 c'è stato un aumento di ben il 13 per cento del numero di importatori. Si tratta di una esigenza reale come dimostra il crescente arrivo di prodotti che in assenza di una adeguata etichettatura di origine sono destinati a confondersi con le tipicità nostrane: dalle lenticchie al farro, dal grano al riso. Per consentire scelte consapevoli ai consumatori bisogna evitare che venga "spacciato" come nazionale prodotto estero ed è per questo necessario - conclude la Coldiretti - rendere operativo il marchio del biologico italiano per colmare il ritardo del nostro Paese nei confronti di Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Olanda, Svezia e Danimarca che hanno da tempo fatto questa scelta.

Fonte: Indagine 2004 COLDIRETTI-ISPO sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione.

Perchè è meglio mangiare bio?

Una ricerca sostiene che il cibo bio non sia più ricco di vitamine e proteine, ma solo meno ricco di residui da pesticidi: è già qualcosa!

Perchè è meglio mangiare bio? - Una ricerca sostiene che il cibo bio non sia più ricco di vitamine e proteine, ma solo meno ricco di residui da pesticidi: è già qualcosa!
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Scegliere prodotti biologici piuttosto di quelli convenzionali è una scelta che può fare la differenza a livello di presenza di residui derivanti dai pesticidi, ma non sul piano della quantità di vitamine e proteine in esso contenuti.Lo dimostra una ricerca effettuata dagli studiosi dell’Università di Stanford, basatasi sui risultati dei 239 precedenti studi riguardanti questo tema: la superiorità del biologico è solo di una minore possibilità di contaminazione da pesticidi.

Dena Bravata, una delle ricercatrici, sostiene che “tra prodotti organici e convenzionali non c'è differenza, se si considerano gli effetti sulla salute”, sorvolando in modo sorprendente sul dato che evidenzia un minor rischio di intossicazioni alimentari, rischio ridotto addirittura del 30 %. In ogni caso, frutta e verdura ottenuti con criteri bio non contengono più vitamine né proteine, secondo quanto pubblicato su Annals of Internal Medicine; la presenza di batteri sarebbe equivalente nelle due categorie di prodotti, mentre i microbi residenti nella carne di polli e maiali allevati in maniera biologica risentirebbero meno del fenomeno della resistenza agli antibiotici. Le regole dell’agricoltura e dell’allevamento biologico infatti prevedono un uso ridotto al minimo di questo tipo di farmaci.

Un altro studio del 2009, questa volta effettuato a Londra dalla Food Standards Agency, sminuiva il biologico, sottolineando che non apportava nessun maggiore beneficio dal punto di vista nutrizionale, se non una maggiore presenza di fosforo; questo dato, sebbene possa essere ritenuto importante, è stato letteralmente polverizzato dallo studio americano, che lo ha definito privo di rilevanza clinica, in quanto il fosforo è un elemento di cui l’essere umano può essere carente solo in situazioni di denutrizione estrema.

Di tutte queste ricerche, la più rilevante è sensata sembra quella che ha sottoposto per cinque giorni a una dieta biologica un gruppo di bambini:
il livello di residui dei pesticidi presenti nelle urine si è ridotto notevolmente, e non può essere un male. Infine, Flavio Paoletti, esperto dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, ha riequilibrato i risultati di tutti questi studi sottolineando quanto possano divergere tra loro, e fornendo come prova i risultati delle proprie ricerche, che hanno riscontrato un vantaggio riguardo i valori di vitamine e antiossidanti nei prodotti

Il Fatto Alimentare

Mangiare bio conviene, ma non perchè il cibo contiene più vitamine. Lo rivela l`università di Stanford

Si fa presto a dire biologico e ad attribuire al cibo senza  pesticidi ogni virtù. Quando però si vanno a vedere i numeri le cose stanno diversamente. Finora non è stato dimostrato in modo inequivocabile che gli alimenti di origine animale e vegetale ottenuti con metodi biologici presentino una superiorità nutrizionale rispetto a quelli ottenuti con metodi tradizionali. I vantaggi del biologico, che pure ci sono, vanno ricercati altrove, almeno fino a quando non emergeranno prove di segno diverso.

 

 

E’ quindi stata una doccia fredda per gli amanti del cibo senza pesticidi lo studio pubblicato da un gruppo di medici e nutrizionisti dell’Università californiana di Stanford su una delle più importanti riviste di medicina del mondo, gli Annals of Internal Medicine. I ricercatori  hanno cercato di mettere ordine in un settore che soffre a causa dell’anarchia di cui è spesso preda. Dena Bravata e i suoi colleghi hanno  messo mano alla letteratura scientifica e, dopo una scrematura iniziale, hanno identificato 237 ricerche condotte in modo corretto – 17 delle quali sotto forma di vera e propria sperimentazione clinica – su popolazioni che mangiavano o meno biologico, e le altre miste, ma costituite per lo più da indagini chimiche e biologiche sulla composizione dei diversi alimenti.

 

I risultati non evidenziano alcuna differenza significativa dal punto di vista nutrizionale tra gli alimenti biologici e gli altri. A dispetto di quanto ipotizzato da alcuni non contengono più vitamine, ma solo in qualche caso più fosforo. Allo stesso modo, non hanno mediamente più proteine o meno grassi (lo si vede, per esempio, nel latte), anche se talvolta hanno più acidi grassi omega tre. Anche per  frutta e verdura non vi sono differenze in grado di tradursi in benefici per la salute. La sola diversità è nei pesticidi che nei prodotti bio sono in media il 30% in meno, uno scostamento che per molti giustificherebbe la scelta. Tuttavia, sottolineano Bravata e i suoi colleghi, i livelli riscontrati negli alimenti tradizionali sono praticamente sempre al di sotto dei limiti consentiti e lo stesso vale per i livelli nelle urine dei bambini che mangiano alimenti non biologici, che restano sempre molto bassi.

La situazione non è diversa per le carni: il 67% dei polli biologici e il 64% dei tradizionali sono contaminati da Campylobacter, mentre rispettivamente il 35 e il 34% da Salmonella. Nel maiale il problema principale è l’Escherichia coli, presente nel 65% della carne biologica e nel 49% del tradizionale, mentre per il manzo non sono stati trovati studi comparativi. In generale, comunque, la contaminazione batterica sembra analoga. Una differenza importante però c’è: nella carne convenzionale sono presenti molto più spesso batteri resistenti ad almeno tre antibiotici. Questo aspetto non va sottovalutato e secondo molti, si può considerare un fattore sufficiente per giustificare la scelta bio, per contenere e contrastare il problema della resistenza batterica agli antibiotici.

 

La questione sembra abbastanza chiara: non è certo il valore nutrizionale il fattore che diversifica il biologico dal prodotto tradizionale, almeno fino a quando i sistemi di coltivazione, allevamento e trasformazione non risponderanno a regole condivise e uniformi a livello internazionale. Non ci si può però fermare qui. Come documentano da innumerevoli ricerche, se l’umanità vuole avere qualche chances di nutrire i nove miliardi di individui che popoleranno il pianeta entro il 2050 occorre cambiare modello alimentare e metodi di coltivazione, allevamento e lavorazione. Occorre dare fiato ai terreni, consentendo loro di rigenerarsi dopo un’abbuffata di pesticidi ed erbicidi durata per decenni, bisogna dare spazio alle colture locali e alle specie originarie – le sole che possono garantire il necessario rinnovamento genetico – è necessario smettere di trasportare alimenti da una parte all’altra del mondo, con impronte di CO2 non sostenibili e responsabili dell’emissione di gas  serra.

 

Ogni persona deve avere il diritto di scegliere liberamente se consumare cibi senza pesticidi e sostanze chimiche. La cosa certa è che mangiando bio non si assumono più vitamine o sali minerali, ma si ingeriscono meno sostanze con un valore nutrizionale nullo e più sane. La scelta dovrebbe essere sempre basata su considerazioni globali, che tengano conto dei moltissimi elementi in gioco. I consumatori americani, del resto, sembrano averla già fatta: se nel 1997 il mercato dei cibi biologici valeva 3,7 miliardi di dollari, nel 2010 il valore era già decuplicato (26,7 miliardi). Anche in Italia i consumi di prodotti alimentari biologici  nonostante la crisi continua a crescere, tanto che nei primi 6 mesi di quest’anno ha fatto registrare un incremento di oltre il 6%. 

 

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Tutti i vantaggi del cibo biologico

I prodotti biologici, privi di pestici e di additivi chimici, ci garantiscono un doppio beneficio: tutelano la nostra salute e, nel contempo, rispettano l'ambiente. Ecco la guida per non sbagliare

 

Il cibo biologico aiuta la natura e la nostra salute

Da tempo ormai sappiamo che qualcosa, nell'equilibrio naturale, si stia disgregando e che dobbiamo correre ai ripari finchè siamo in tempo. Lo possiamo fare preferendo e acquistando cibi biologici, prodotti senza inquinare o contaminare la natura con additivi chimici o di sintesi, senza sfruttare intensivamente il bestiame, nel pieno rispetto del ritmo delle stagioni e della rotazione dei terreni, e sottoponendo i prodotti finali al controllo di appositi enti certificatori. A tale riguardo, si parla anche di "tracciabilità" del cibo biologico, alludendo con questo termine alla capacità di ricostruire e seguire la produzione e l'utilizzo di un prodotto agroalimentare mediante identificazioni documentate e certificate da un apposito organo di controllo.

Cosa significa cibo biologico

Ma sappiamo esattamente che cosa si intende per cibo biologico e quali sono le differenze con altri prodotti definiti semplicemente "naturali" o genericamente "integrali"? Facciamo un po' di chiarezza sulle parole ma anche sui marchi e gli enti autorizzati a certificare i prodotti veramente " bio".

Ecocompatibile

L'agricoltura ecocompatibile esprime la generica tendenza alla compatibilità ambientale e, nell'iter produttivo, integra un impiego minimo di prodotti chimici con l'uso controllato di insetti che si nutrono dei parassiti delle piante funzionando di fatto come degli antiparassitari naturali.

La dicitura "ecocompatibile" per ora non ha riconoscimento dal punto di vista della normativa comunitaria, ma alcune regioni e province italiane hanno già istituito dei marchi collettivi con cui si qualificano i prodotti derivati da questo tipo di agricoltura.

Come leggere le etichette

Prima di fare la spesa, occorre sempre leggere l'etichetta e verificare che:

 

  • Il prodotto deve essere venduto con l'etichetta Agricoltura Biologica (riportata qui sotto) o Allevamento Biologico/Regime di controllo CEE. Senza questa dicitura, il prodotto non è cibo biologico.

  • Controllare che l'etichetta riporti la data (di raccolta, produzione, macellazione), la sigla del paese di provenienza, la sigla dell'ente certificatore, un codice dell'azienda e uno per la partita del prodotto.

  • I prodotti biologici non sono mai distribuiti in contenitori di plastica o di altro materiale sintetico.

Le sigle da tenere d'occhio

Gli organismi di certificazione biologica nazionali sono 16, riconosciuti con decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, e l'elenco completo naviga su www.aiab.it, l'indirizzo dell'Associazione italiana per l'agricoltura biologica.

Cibi sì e cibi no per ogni disturbo

Istituto Riza di Medicina Psicosomatica

Questo libro consente di impostare un programma alimentare sano, equilibrato e gustoso per i disturbi e le malattie più comuni. Le indicazioni che trovate in questo volume vi aiuteranno anche a recuperare il peso forma, a migliorare la digestione, individuare e trattare al meglio le eventuali intolleranze alimentari, spesso causa di sovrappeso.

Acquista

Tra i vari enti si segnalano Anccp (Agenzia nazionale certificazione componenti e prodotti), Biogracert (organismo indipendente di controllo e certificazione delle produzioni agroalimentari), Ccpb (consorzio per il controllo dei prodotti biologici), Demeter (per i prodotti biodinamici) Imc (marchio del sistema di certificazione dell'Imcert, l'Istituto mediterraneo di certificazione), Fair trade/TransFair (per l'equosolidale).

Il biologico costa un po' di più ma ti salva la vita

Nel carrello del biologico, ormai c'è posto per tutti: produttori di frutta e ortaggi, carne, pesce e latticini, vino, miele, zucchero, pasta, riso, cacao, caffè, tè, dolci e prodotti da forno, uova, oli e condimenti, ma anche merendine, snack e bevande. Certo, i cibi biologici possono costare un po' di più ma offrono una serie di vantaggi "impagabili": hanno un sapore più naturale, quindi sono anche più appaganti e più sazianti per il palato; sono più controllati dal punto di vista della coltivazione e dell'allevamento e non contengono sostanze d'origine chimica; per produrli, è ridotto lo spreco di materie prime, si rispetta la biodiversità e si riduce l'impatto ambientale. Per contro, va anche detto che i cibi biologici freschi (proprio perché naturali e privi di additivi) si conservano meno a lungo: in realtà, questo che sembra un difetto è una garanzia di qualità!

I 5 motivi per dire che il cibo biologico fa bene alla salute

Se si pensa che tutto quello che mangiamo o applichiamo sulla pelle sotto forma di cosmetico plasma il nostro corpo e influisce sul cervello, sulle attività metaboliche e sulle nostre aspettative di vita, è chiaro che il cibo biologico avrà effetti decisamente positivi sulla salute poiché è privo di tossine e ricco di sostanze curative e protettive che il corpo assorbe con rapidità.

- Il cibo biologico è sano, è saporito ed è ricco di principi attivi vitali

- Avendo una genesi naturale e non contaminata dalla chimica, e crescendo su terreni "puri", rinforza il metabolismo e le difese

- Previene il deposito di tossine chimiche nel corpo e velocizza lo smaltimento di quelle eventualmente già presenti

- Accelera la guarigione e stimola la rigenerazione di organi e tessuti

- Ha un effetto protettivo, ricostituente e antiage.

15 Ragioni per mangiare biologico

 

Da un articolo della Dottoressa in medicina naturale e nutrizione olistica, Michelle Schoffro Cook ecco 15 ragioni per mangiare cibo biologico:


"1. In varie indagini, le ricerche di organizzazioni indipendenti hanno ripetutamente dimostrato come il cibo biologico sia più ricco in nutrienti rispetto ad altri tipi di cibo. Le ricerche dimostrano che i prodotti biologici hanno maggior quantità di vitamina C, antiossidanti e minerali, calcio, ferro, cromo e magnesio.

 

2. Sono liberi dalle neurotossine, le tossine che sono dannose per il cervello e le cellule nervose. Una classe di pesticidi chiamati organofosfati, comunemente usata, fu sviluppata in principio per essere usata come gas nervino durante la prima guerra mondiale. Quando il suo uso non fu più necessario in guerra, l'industria adattò questo gas per uccidere i parassiti sui prodotti alimentari. Molti pesticidi sono tuttora considerati neurotossine.

 

3. Favoriscono la crescita del corpo e del cervello dei bambini. L'organismo in via di sviluppo dei bambini è più sensibile alle tossine di quanto non lo sia quello degli adulti. Scegliere il biologico aiuta ad alimentare i bambini senza esporli ai pesticidi e agli organismi geneticamente modificati, che hanno entrambi una breve storia di utilizzo, e quindi di informazioni sulla loro sicurezza.

 

4. Sono cibi reali, veri, non fabbriche di pesticidi. Il 18% di tutti i semi geneticamente modificati (e quindi gli alimenti che crescono da loro) sono progettati per produrre i loro propri pesticidi. Le ricerche dimostrano che questi semi possono continuare a produrre pesticidi dentro al tuo corpo una volta che hai mangiato gli alimenti nati da loro. Alimenti che sono in realtà fabbriche di pesticidi..no grazie.

 

5. L'EPA, l'Agenzia statunitense per la Protezione dell'Ambiente, stima che i pesticidi inquinano la fonte idrica primaria di metà della popolazione americana. L'agricoltura biologica è la migliore soluzione al problema. Comprare biologico aiuta a ridurre l'inquinamento della nostra acqua potabile.


6. Il cibo biologico sostiene la terra (quando le grandi imprese non ci mettono le mani). La produzione di cibo biologico esiste da migliaia di anni ed è una scelta sostenibile per il futuro. Paragona questo alle moderne pratiche dell'agricoltura che sono distruttive per l'ambiente a causa del vasto impiego di erbicidi, pesticidi, fungicidi e fertilizzanti, e che hanno portato a drastici danni ambientali in molte zone del mondo.

 

7. La scelta di alimenti biologici coltivati in aziende biologiche di piccole dimensioni aiuta a garantire il sostentamento delle famiglie di agricoltori indipendenti. Consideralo una versione domestica del commercio equo.

 

8. La maggior parte del cibo biologico semplicemente ha un sapore migliore rispetto all'equivalente cresciuto con pesticidi.

 

9. Il cibo biologico non è esposto al processo di maturazione artificiale con il gas, come lo sono invece alcuni tipi di frutta e verdura non biologica (come le banane).

 

10. Le aziende biologiche sono più sicure per gli agricoltori. Una ricerca della Scuola di Salute Pubblica di Harvard ha trovato un aumento del 70% della malattia di Parkinson tra coloro che sono esposti ai pesticidi. Scegliere alimenti biologici significa che più persone saranno in grado di lavorare nelle aziende agricole senza incorrere nel pericolo più elevato di contrarre il Parkinson o altre malattie.

 

11. Il cibo biologico sostiene l'habitat della fauna selvatica. Anche con la quantità di pesticidi comunemente usata la fauna selvatica viene danneggiata dall'esposizione ai pesticidi.

 

12. Mangiare biologico può ridurre il rischio di cancro. L'EPA, l'Agenzia statunitense per la Protezione dell'Ambiente considera il 60% degli erbicidi, il 90% dei fungicidi e il 30% degli insetticidi come potenzialmente cancerogeni. E' ragionevale pensare che la rapida crescita della percentuale di cancro sia almeno in parte relazionata con l'uso di questi pesticidi cancerogeni.

 

13. Scegliere carne biologica diminuisce la tua esposizione agli antibiotici, agli ormoni sintetici e ai farmaci che dagli animali passano a te.

 

14. Il cibo biologico è provato e testato. Secondo alcune stime, gli alimenti geneticamente modificati compongono l'80% del consumo alimentare di una persona tipo. La modificazione genetica del cibo è ancora sperimentale. Evita di far parte di questa larga scala e di esperimenti non controllati.

 

15. Il cibo biologico sostiene una maggior biodiversità. La diversità è fondamentale per la vita del pianeta. Il cibo geneticamente modificato e non biologico si focalizza sulla monocoltura ad alto rendimento e sta distruggendo la biodiversità."

 

Fonte:

15 Reasons to Eat Organic Food di Michelle Schoffro Cook, dalla pagina di Planet Green

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